martedì 4 giugno 2013

Vincenzo Anania, un poeta, un uomo avido di vita e di libertà interiore, un ricordo di Piera Mattei









Vincenzo Anania, Vincenzo. La voce che chiama al telefono per parlare della rivista "pagine" e di poesia, ma anche d'altro,  di tutto: politica, esperienze, viaggi,  Vincenzo che chiede, che ascolta, che domanda pareri, che decide, che incontro regolarmente per dovere d'amicizia e di lavoro, questa persona così presente, così preziosa, nei miei più recenti venticinque anni di vita, non c'è più.
Da tempo era vittima di malattie  che per altri avrebbero potuto essere terribilmente deprimenti, invalidanti. Lui sempre si rialzava, avido di vita e di libertà interiore, e tornavo a sentire quella sua voce così intensa che mi chiamava di nuovo. Così  ero arrivata a pensare che ce l'avrebbe fatta sempre, che fosse dotato di una sorta di dono d'immortalità. Anche questa volta quando il telefono ha squillato mi sono detta "Eccolo che ritorna". E l'ho chiamato "Vincenzo!" . Invece no, si trattava dell'annuncio irreparabile.
Cosa dire. Il mondo della poesia lo piange, perché forse, ce lo auguriamo, ci saranno altri bravi poeti, ma la cosa più difficile sarà trovare,  almeno in Italia, una persona altrettanto attenta alla poesia "in sé", quindi con un interesse così profondamente  autentico, anche per il lavoro degli altri. Poi la "sua " rivista: la rivista  che voleva  di quel formato, anche se esorbitava dalle normali tariffe postali, le foto che dovevano essere anche ironiche, con didascalie spiritose. Di grandissimo successo quella che poco più di un anno fa aveva scelto di collocare sullo spazio del retro, di sé ancora infante.

Non so quanto tempo sarà necessario a superare il vuoto e a riuscire a trattenere solo la forza dei suoi insegnamenti, dei suoi affettuosi imperativi. "Dritta!"m'incitava ogni volta che mi vedeva allontanarmi di spalle, anche se non avevo la sensazione di camminare curva. Quindi certo, dritta! e disposta ad ascoltare la voce degli altri, come lui sapeva fare, come spero di avere, almeno, in parte,  imparato.

Sono contenta che per  il triste annuncio qualcuno abbia pensato di prendere una delle foto, scattate da Antonio Bianconi,  che Lucreziana aveva pubblicato in anni recenti. Lui serio, concentrato, alla presentazione del mio libro "Melanconia animale". Antonio, in quell'occasione realizzò un vero e proprio servizio, con decine e decine di foto. Ne scelgo alcune che riproducono espressioni tipiche, anche sorridenti,  del volto di Vincenzo, in primissimo piano. Dietro ci sono io,  Piera Mattei,  e per terzo l'amico attore Norman Mozzato.

Piera Mattei

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