domenica 26 gennaio 2014

Donne e musica ai tempi di Carlo Gesualdo da Venosa




Lina Lo Giudice
Carlo Gesualdo e le dame di Ferrara – La stamperia del Principe – Gesualdo 2013

Diversamente da quanto afferma il vecchio adagio, certo non solo l’abito, ma anche l’abito fa il monaco, e quando si tratta di libri proprio l’abito, la copertina, dovrebbe condensarne l’identità. Pertanto sulla copertina di questo libro mi sarebbe piaciuto vedere invertite le dimensioni dei caratteri del nome dell’autrice e del titolo. Ma soprattutto nel titolo vedrei volentieri uniformati i nomi di Carlo Gesualdo e quello delle “dame di Ferrara”.

La figura di Carlo Gesualdo è diventata negli ultimi decenni molto popolare tra i cultori della musica del Cinque–Seicento. Ha contribuito a questa fama il carattere avventuroso della vita del Principe di Venosa, l’uccisione, per vendicare l’adulterio, della moglie e dell’amante di lei, entrambi esponenti di nobilissime famiglie. Quindi la fuga, il secondo matrimonio, il ritorno nel castello di famiglia, a Gesualdo, il perdono del figlio. Ma più conta certamente l’eccezionalità di una passione per la musica che va ben oltre l’attività gentile e galante, complemento necessario al perfetto principe e uomo di corte, e deriva dalla necessaria espressione di una sensibilità originalissima, tormentata, precorritrice di moderne, per quanto ancora lontanissime, dissonanze.

La tesi originale di Lina è che il breve soggiorno di Carlo Gesualdo a Ferrara per il suo secondo matrimonio con la principessa Eleonora d’Este e la familiarità con “il Concerto delle dame” di quella corte abbia potentemente influenzato la seconda parte della produzione gesualdiana.

Lina Lo Giudice ha fatto un notevole lavoro di ricerca che ha reso poi fruibile mediante uno stile assai godibile, dove traspare il piacere e vorrei dire il divertimento di quella ricerca.
Ha coniugato in questo libro due temi centrali al suo impegno intellettuale: la passione per la musica e l’indagine sul ruolo delle donne intellettuali, artiste e politiche, in tempi storici e al presente.

Man mano che si procede nella lettura appare sempre più evidente che la storia di un singolo personaggio, anche se grande e avventurosa personalità e grandissimo e originale musicista, non basta al temperamento dell’autrice. Veniamo a scoprire sempre più una mente che tende all’enciclopedismo, che mentre formula un’ipotesi ne ha presenti i rimandi, e i contorni, gli antecedenti e vuole rendercene partecipi.
Ne esce un affresco che, dai confini non molto estesi della vita di Carlo Gesualdo da Venosa (1566–1613), si allarga a comporre un vasto quadro storico che va risalendo agli inizi dell’età moderna e alla Riforma Protestante.
A conferma dell’impulso e dell’intelligenza enciclopedica dell’autrice, la seconda parte del libro si compone di quattro appendici che corrispondono a quattro dizionari. I primi due sono dei Musicisti contemporanei di Carlo Gesualdo e – parallelamente – delle Musiciste contemporanee al Principe. La terza e la quarta appendice contengono rispettivamente una piccola biografia delle Dame del Concerto di Ferrara e le biografie di alcune donne di potere in Italia tra il ‘500 e il ‘600. Completa l’apparato un glossario dei termini musicali.

Questa visione in cui un’ipotesi sintetica si correda di strumenti analitici, questa intelligenza enciclopedica, che riassume e indica, rende il libro di Lina Lo Giudice uno strumento interessante per comprendere meglio, non tanto e non solo la musica di Carlo Gesualdo, quanto il complesso sviluppo di quella verso una sensibilità considerata moderna, dissonante anziché armoniosa. Più di tutto all’autrice interessa mettere nella giusta luce il generoso ma pressoché ignorato apporto della sensibilità  delle donne alla grandezza dell’Arte.

PIERA MATTEI

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